Audizioni davanti alla Commissione Ambiente della Camera per le nuove norme inserite nel Dl Infrastrutture.

Ciucci, 'ponte Stretto, nessun rischio opera incompiuta' - 'Il Cipess accerta la copertura totale dell'investimento'

Il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro dell’attenzione a Montecitorio. È stato, infatti, uno dei principali argomenti delle audizioni iniziate ieri dalla Commissione Ambiente della Camera durante l’esame del Decreto Infrastrutture. Hanno partecipato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, i rappresentanti del Comitato messinese “Invece del Ponte”, Guido Signorino, e del Wwf Italia. Nei prossimi giorni sarà ascoltato anche il sindaco di Messina, Federico Basile.

La giornata è stata caratterizzata dal solito scambio di vedute (il più recente di una serie iniziata nel 2023) tra l’Anac e la società “Stretto di Messina”, incaricata di realizzare il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Nel suo intervento, il presidente Busia ha dichiarato che il termine precedente del 31 luglio 2024, stabilito dalla legge approvata dal Parlamento nel maggio 2023 per l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, è “ormai irrealistico” e infatti “nel nuovo Decreto Infrastrutture viene completamente eliminato”. Tuttavia, ha aggiunto Busia, “sarebbe opportuno fissare un nuovo termine: è essenziale per valutare l’avanzamento dei lavori”. Riguardo alla possibilità di “approvazione per fasi costruttive” del progetto esecutivo, prevista dal Decreto del Governo, l’Anac ha sottolineato che “per un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina è necessario un progetto esecutivo unitario, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi senza la certezza che queste si colleghino correttamente tra loro. È necessaria una visione complessiva per avere un quadro chiaro della realizzabilità dell’opera e dei relativi costi”. Infine, Busia ha auspicato che, insieme al voto del Cipess, ci sia anche il parere del Consiglio di Stato. In merito ai futuri costi dell’opera, l’Anac ha ribadito che “se il ministro ha bisogno di più esperti è giusto che possa avvalersene, ma è fondamentale che la certificazione, che riguarda oneri, costi e piano finanziario, sia affidata anche alla Corte dei Conti oltre che al Cipess e alle commissioni parlamentari”.

La replica dell’amministratore delegato della “Stretto” non si è fatta attendere. “Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del Ponte sullo Stretto né incertezze sui costi, non c’è rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato secondo le modalità previste dalla legge”, ha affermato Pietro Ciucci. “Con l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo – ha aggiunto – sarà approvato anche il Piano economico-finanziario che confermerà la copertura finanziaria per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta, che nella maggior parte dei casi derivano da mancanza di fondi in corso d’opera. La progettazione esecutiva, che potrà essere sviluppata per fasi costruttive in linea con le ‘best practice’ internazionali adottate per numerose grandi opere pubbliche, contrariamente ai timori espressi, mira a ottimizzare la costruzione dell’infrastruttura, contenendo tempi e costi”. Ciucci ha risposto anche a chi continua a parlare di “cattedrale nel deserto”: “Il Ponte è un insieme di opere: interventi preliminari, opere di accompagnamento ambientale, raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio faranno parte di un unico progetto. La fattibilità tecnica del progetto non è mai stata messa in discussione, le risposte alle osservazioni del Mase, che sono in corso, saranno completate prima dell’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess e quindi in anticipo rispetto all’avvio della progettazione esecutiva. Inoltre, lo schema di decreto introduce nuovi passaggi procedurali volti a garantire il controllo da parte dello Stato, nel rispetto della massima trasparenza. Pertanto – ha concluso Ciucci – le norme introdotte dal Decreto Infrastrutture non comportano aumenti dei costi rispetto a quanto stabilito da normative già in vigore”.

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